Preparativi Volo di andata
1 - Orbetello - Amsterdam Volo di ritorno
9 - New York – Shediac Epilogo |
Nell'immagine le squadriglie in volo sull'oceano Atlantico [su concessione del museo AM di Vigna di Valle].
Comunicato ufficiale del 1933 "2° Rapporto al Duce Stamane siamo partiti da Reykjavik con grande difficoltà, causa la direzione del vento che ci ha obbligati ad una lunga manovra di rimorchio.Il tempo, nella prima parte della rotta, era annunziato cattivo, ma le coste del Labrador si prevedevano sgombre da nebbie e da nubi; il che mi ha deciso di ordinare la partenza. Le prime due ore di viaggio sono state molto dure; nessuna visibilità cielo plumbeo con nubi sul mare. Siamo stati obbligati a navigare al pelo dell'acqua e spesso con navigazione cieca. Dalla terza alla quinta ora il volo è stato un incubo. Abbiamo volato in una nebbia così densa da distinguere a malapena le estremità delle ali degli apparecchi. Per sfuggire il pericolo di formazioni di ghiaccio sulle ali ci siamo tenuti a soli cento metri di quota per non fare abbassare la temperatura. Uscito all'aperto, ho assaggiato le nubi perchè i bollettini mi davano cielo coperto per dieci decimi per circa mille chilometri ed ho avuta la fortuna di trovare cielo sereno per circa ottocento metri di quota. Il volo così è stato facilitato. Dalla decima alla dodicesima ora abbiamo trovato cielo quasi sereno e mare grosso. Il vento contrario ha ostacolato la nostra marcia permettendoci una media di soli 200 chilometri orari. A causa del decollo e del volo nella nebbia la formazione è stata molto disgiunta, ma tutte le squadriglie sono arrivate a Cartwright in stretta pattuglia di tre apparecchi. Mentre scrivo, ammara regolarmente il ventiquattresimo. Gli equipaggi sono stati all'altezza del compito affidatoci da V. E. per il prestigio e la fortuna dell'Italia fascista. Italo Balbo" |